Legge Gelli. Le strutture private aspettano alcuni elementi "chiave"
“Una norma salutata con entusiasmo dai medici italiani e da quanti puntano a prevenire il contenzioso opportunistico. Ora siamo in attesa di una serie di elementi chiave, previsti dalla legge, a partire dall'elenco delle 'buone pratiche' cui le strutture sanitarie debbono attenersi, fino al tabellare nazionale del risarcimento, che abbia caratteristiche di equità". A illustrare all'AdnKronos Salute la posizione delle aziende della sanità privata rispetto alle novità previste dalla legge Gelli è Gabriele Pelissero, presidente dell'Associazione italiana ospedalità privata.
Il ddl Gelli definitivamente approvato. Fra (poche) luci e (molte) ombre
La definitiva approvazione del Ddl Gelli pone la parola fine (ma non conclude) una vicenda che ha ormai molti anni alle spalle. L’idea di fondo, sviluppata con grande riservatezza in ambito governativo, affiora in una prima proposta nella seconda metà del 2015, con la dichiarata ambizione di affrontare in modo organico il problema del grande, e crescente, contenzioso penale e civile che minaccia di soffocare la sanità con un crescendo di spese e di accuse che sembra inarrestabile
Ci risiamo
Ci risiamo. Non avevamo fatto in tempo a registrare positivamente l'aumento fissato dalla legge di stabilità 2017 del Fondo sanitario nazionale (FSN) a 113 miliardi di euro, rispetto ai 111 del 2016 - anche se la maggior parte vincolati alla spesa per i nuovi farmaci, vaccini e contratto per il personale - che il Governo ha chiesto alle Regioni ordinarie ben 422 milioni di "contributo alla finanza pubblica". Di fatto, il FSN 2017 si attesterebbe ora a 112,578 miliardi. Il nuovo taglio colpirebbe, anche se in misura minore, anche il trasporto pubblico locale e i servizi sociali, altri due settori in difficoltà sia dal punto di vista finanziario che da quello dell'accessibilità sociale.
Quel vizio tutto italiano di bistrattare la sanità privata
Uno scontro infinito. Così si può sintetizzare l' esperienza del settore privato all'interno del sistema di welfare del nostro Paese, fin dal suo esordio negli anni settanta. Nonostante la crescita costante del comparto privato all'interno dei sistemi sanitari regionali e l'equiparazione con gli erogatori pubblici, raggiunta grazie alla legge Amato del 1992, i governi regionali sono sempre stati per lo più ostili alla presenza del privato, mentre pazienti e cittadini ne hanno decretato il successo, scegliendo sempre di più i loro servizi.
Il cappio
Il 12 gennaio a Roma, la presentazione del 14° Rapporto “Ospedali&Salute”, un appuntamento per conoscere lo stato di salute del sistema ospedaliero nazionale. L'Italia ha bisogno di un Ssn adeguatamente finanziato, che lavori per cercare sempre più alti livelli di qualità ed efficienza, che accetti al proprio interno la coesistenza di pubblico e privato accreditato, in condizioni di parità di diritti e doveri e in competizione virtuosa, per raggiungere una sempre maggiore qualità. Con la realizzazione di un sistema pluralistico verrebbe confermata e salvaguardata la libertà di scelta del cittadino.