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AiopMagazine n° 3 - marzo 2017
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AiopMagazine n° 3 - marzo 2017

Ci risiamo

 

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Editoriale - di Gabriele Pelissero

Ci risiamo. Non avevamo fatto in tempo a registrare positivamente l'aumento fissato dalla legge di stabilità 2017 del Fondo sanitario nazionale (FSN) a 113 miliardi di euro, rispetto ai 111 del 2016 - anche se la maggior parte vincolati alla spesa per i nuovi farmaci, vaccini e contratto per il personale - che il Governo ha chiesto alle Regioni ordinarie ben 422 milioni di "contributo alla finanza pubblica". Di fatto, il FSN 2017 si attesterebbe ora a 112,578 miliardi. Il nuovo taglio colpirebbe, anche se in misura minore, anche il trasporto pubblico locale e i servizi sociali, altri due settori in difficoltà sia dal punto di vista finanziario che da quello dell'accessibilità sociale. Insomma, ad essere penalizzati saranno i servizi già in crisi e con effetti diretti sul welfare.

Siamo alle solite. Già nel 2015 avevamo assistito ad una manovra correttiva, che allora colpì ancora più duramente la sanità per ben 2,352 miliardi di euro (confermati anche per il 2016). A farne le spese - e i principali osservatori scientifici lo hanno evidenziato - i cittadini più deboli: con la crescita dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, il conseguente rinvio o la rinuncia alle cure, il ricorso alla spesa out of pocket, e con la restrizione della mobilità interregionale, che non consente all'ospedalitá privata accreditata con il SSN, in molte regioni, di offrire cure e assistenza ai fuori-regione.
Ci sono pochi soldi per il SSN? Non é proprio così. Nel 14° Rapporto Ospedali & Salute, presentato a metà gennaio scorso, avevamo continuato a documentare i "sovraccosti" del comparto sanitario pubblico, per un importo di circa 3 miliardi di euro riferiti al solo settore ospedaliero pubblico. Un fenomeno che comprende anche una "mala gestio", come ha dichiarato il presidente della Corte dei Conti, lo scorso 13 febbraio, all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2017. Le fattispecie rilevate dalla magistratura contabile nel 2016 comprendono diverse forme: "dall'utilizzo illecito di contributi, sovvenzioni o fondi di provenienza nazionale o europea, alla indebita erogazione di stipendi, indennità o emolumenti; dagli incarichi esterni, consulenze o collaborazioni contra legem agli oneri economici assunti senza formalizzazione di impegno contabile, forieri del sempre più preoccupante fenomeno dei debiti fuori bilancio, non dimenticando che questi ultimi pongono pesanti ipoteche su ogni ordinata contabilità e gettano ombre sui piani di riequilibrio di situazioni in dissesto; dai danni d'immagine conseguenti a reati contro la pubblica amministrazione, a quelli di violazione della concorrenza, da disservizio o da tangente".
Si era pensato che il segnale dato dalla legge di bilancio 2016 sulla necessità di predisporre piani di rientro triennali per le Aziende Ospedaliere, Irccs e Aziende ospedaliere universitarie in deficit (di oltre il 10% dei propri ricavi, portati addirittura a 7 nella finanziaria 2017), e che dal 1° gennaio 2017 riguarda anche Asl e ospedali pubblici a gestione diretta, potesse essere un "ultimatum" efficace. Ma al momento siamo ancora nelle fasi regionali istruttorie, anche se qualche mese fa era stato reso pubblico un elenco di 24 Aziende sanitarie del primo gruppo che oltrepassavano i limiti di deficit imposti dalla legge.
Abbiamo apprezzato l'ulteriore stretta della finanziaria 2017, ma continuiamo a ribadire che la sanzione all’eventuale mancato rispetto del risanamento previsto per queste strutture pubbliche non può limitarsi alla rimozione – giusta - del direttore generale, ma deve essere portato alla conseguente offerta della gestione delle strutture pubbliche in conclamato deficit sul mercato dell'imprenditoria privata, affrancandole dai vincoli della clientela politico-amministrativa.
Occorre maturare una volontà politica in tal senso, e occorre farlo al più presto, prima che la "mutazione genetica" del SSN - che renderebbe virtuale il principio dell'universalismo delle cure - dispieghi tutti i suoi effetti.
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