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AiopMagazine n° 11 - novembre 2014
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AiopMagazine n° 11 - novembre 2014

Uno shock per la sanità italiana

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Editoriale - di Gabriele Pelissero

Aprire i giornali in tempi di crisi non è il modo migliore per iniziare la giornata. Almeno dal punto di vista della spinta emotiva che, assieme al caffè, vorremmo avere per caricarci dell’entusiasmo quotidiano. Le agenzie internazionali confermano l’assenza di ripresa anche per il 2015 dell’area UE e l’ipotesi di un terzo anno di recessione; la BCE mantiene i costi del denaro ai minimi storici, con la speranza di dare impulso all’economia reale, ma che la mediazione bancaria spesso appesantisce con la mancanza di fiducia nel breve periodo. In un quadro europeo già fosco di suo, l’Italia contribuisce collocandosi agli ultimi posti nelle classifiche economiche, sì assieme ad altri Paesi, ma con la caratteristica di essere il maggiore gigante – in termini di importanza numerica – dai piedi d’argilla. La mancanza di efficienza della pubblica amministrazione e il peso del prelievo fiscale sono i principali fattori di freno dello sviluppo e a volte sembra non bastare il seppur apprezzabile entusiasmo del premier Matteo Renzi per liberare il grande potenziale pur presente nella società italiana, costretto a fare i conti – anche lui – con una macchina ordinamentale con ingranaggi arrugginiti, che non consentono decisioni rapide, come lui vorrebbe, e immediatamente verificabili.
Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi auspica una grande operazione choc per l’economia del Paese, perché sia moderno e civile. Ne condividiamo lo spirito e l’auspicio che ciò prenda forma legislativa oltre che culturale. Ma soprattutto perché, quali operatori della sanità, siamo spettatori di un settore che è l’immagine fedele di questa fase storica del Paese. L’apprezzabile tentativo del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin di “mettere in sicurezza” il SSN, con la previsione di fondi prestabiliti di finanziamento da qui al 2016, viene compromesso dal mutamento dei parametri macroeconomici. E se saltano i numeri del fondo sanitario, del Patto per la Salute resta solo un quadro generale di tagli di servizi sanitari a tutti i livelli, di cui non vengono risparmiati nemmeno quei grandi settori, come la cardiochirurgia, che si collocano ai primi posti nelle eccellenze europee.
In sanità più che altrove, dunque, è auspicabile uno shock, una riforma globale di cui, occorre ammetterlo, non c’è traccia nel dibattito pubblico. Gli unici segnali di aggiustamento del sistema vanno in direzione di una ripresa del “metodo della programmazione”, come se comportamenti, inefficienze, cultura, risorse, ritardi fossero calcolabili con i criteri della matematica razionale. La storia ci ha insegnato che non è così.
Nella Conferenza europea dello scorso 3-4 novembre, presso il Ministero della Salute italiano, come AIOP abbiamo evidenziato la necessità che il nostro SSN si arricchisca di meccanismi di competizione che, dove presenti, hanno aumentato la qualità delle prestazioni bilanciandone i conti economici. Meccanismi di competizione e trasparenza nei flussi e nei bilanci pubblici, in modo da scardinare zavorre corporative e privilegi e autoreferenzialità non più sostenibili.
Chi potrà promuovere e gestire tutto questo? Serve una nuova grande visione politica, che utilizzi categorie nuove nell’agire e contemporaneamente antiche nei principi, quelli universalistici e liberali. Della politica abbiamo bisogno, ma di quella che sia anzitutto capace di immaginare il futuro prima di interpretare il presente.



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