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AiopMagazine n° 1 - gennaio 2016
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AiopMagazine n° 1 - gennaio 2016

50 anni di Aiop - Radici profonde

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Editoriale - di Gabriele Pelissero

Non si percorrono 50 anni di storia se non si hanno radici profonde. Non basta il solo riferimento alla legittima tutela degli interessi di tanti imprenditori sparsi in ogni angolo del Paese per giustificare una presenza storica.
L’Aiop quest’anno festeggia il suo cinquantenario. Da quel 21 luglio 1966, quando un gruppo di imprenditori di diverse Regioni italiane decisero di costituire a Roma un’Associazione che li rappresentasse, sono passati tanti avvenimenti, e soprattutto tanti volti di uomini e donne convinti che anche attraverso il proprio impegno personale nel mondo della sanità si stava costruendo un grande Paese.
L’Italia del 1966 era molto diversa da quella di oggi. Accanto ad uno straordinario boom economico c’era lo slancio di chi cominciava a immaginare uno svecchiamento dei riferimenti culturali ed un ammodernamento della vita sociale. C’era anche una situazione sanitaria tutta da reinventare, con un sistema di welfare frammentato e iniquo, con forti disparità tra le famiglie e le categorie, e soprattutto con una rete di assistenza pubblica ospedaliera del tutto insufficiente.
In questo contesto storico, il coraggio degli imprenditori della sanità – inizialmente molti medici – ha svolto un ruolo di crescita sociale ed economica cui deve andare la riconoscenza del Paese. La rete ospedaliera si è così arricchita di posti letto, competenze professionali, penetrazione territoriale e creatività imprenditoriali che hanno dato un contributo importante affinché la sanità italiana arrivasse ai primi posti nel mondo, come certificò l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001. Anche per merito dell’ospedalità privata, alla medicina italiana viene riconosciuto un prestigio mondiale. Anche per suo merito, sono quasi scomparsi i tristemente noti viaggi della speranza di tanti concittadini costretti a varcare i confini per un intervento chirurgico. Anche con il suo contributo, tutto ciò è un ricordo.
Quando fu istituito il Servizio Sanitario nazionale, in molti immaginavano di farne una copia del NHS inglese, con una quasi esclusiva composizione di enti pubblici. Allora ci si rese conto – e fu una intuizione di buon senso della politica di fine anni ’70 - che sarebbe stato utile e conveniente far affidamento anche a quanto era già disponibile nella rete degli erogatori ospedalieri privati. I risultati sono stati straordinari, e questo sistema misto che caratterizza il SSN si è rivelato la carta vincente. Una intuizione nata dalla contingenza ha allargato spazi di diritti, di creatività e di tanti successi che sono sotto gli occhi di tutti. E oggi l’Aiop rappresenta 496 strutture sanitarie private di ricovero e cura con 52.900 posti letto. Il 93% delle strutture (459) e l'88% dei posti letto (46.600) attualmente risultano accreditati con il SSN, ricoverando annualmente più di 1 milione di degenti, per un totale di 8 milioni e 500 mila giornate di degenza, con un'incidenza del 13,5% sull'intero monte di giornate di degenza ospedaliere, impegnando meno dell'8% delle risorse che il SSN assegna all'attività ospedaliera e con indicatori di performance del tutto simili a quelli delle strutture pubbliche più sofisticate; avvalendosi della professionalità di 12 mila medici, 26 mila infermieri e tecnici e 32 mila operatori di supporto.
Ci sono ancora le condizioni di uno sviluppo dell’ospedalità privata in Italia? Oggi come allora, si ripete uno stato di necessità per la sanità italiana, costituito dalla compatibilità di due parole: sostenibilità e qualità. Sembra un obiettivo difficile, e la seconda decade del 2000 è lo specchio di questo sforzo. Eppure sono già sul territorio italiano tanti imprenditori che quotidianamente lavorano utilizzando le chiavi della sostenibilità e della qualità per garantire la migliore assistenza sanitaria alla nostra popolazione e conseguire, così, anche il loro successo personale.
Di questi uomini e donne ci sarà ancora bisogno.

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