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AiopMagazine n° 3 - marzo 2016
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AiopMagazine n° 3 - marzo 2016

Doppia bocciatura al sistema dei tagli lineari

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editoriale - di Gabriele Pelissero

Nel novembre del 2014, a due anni dalla pesante manovra di spending review sanitaria messa in atto con il decreto Balduzzi, sull’autorevole Harvard Business Review venivano descritti i cinque più comuni errori da evitare nella gestione dei sistemi sanitari. La spinta alla riduzione dei costi in sanità, decisamente in crescita a causa dei cambiamenti epocali sull’invecchiamento della popolazione, sul ricorso a farmaci e a tecnologie più sofisticati, ma anche enormemente più onerosi, in combinazione con gli effetti della crisi economica e con la conseguente necessità dei governi di contenere la spesa pubblica, rappresentano ormai una costante nella gran parte dei Paesi sviluppati. Questo e altri studi in materia suggeriscono, al contrario, comportamenti del tutto diversi. Ciò che dà l’impressione di produrre risparmi immediati non riflette, in realtà, la combinazione ottimale di risorse da mettere in campo al fine di coniugare efficienza e qualità delle cure, e garantendo nel contempo la copertura universale propria dei sistemi Beveridge. Tra gli errori “da evitare” – secondo R.S. Kaplan e D.A.Haas su HBR - vogliamo evidenziare, in particolare, la tendenza a concentrarsi sul controllo dei prezzi d’acquisto dei servizi, ponendo in secondo piano le modalità di utilizzazione delle risorse, la ricerca della massimizzazione della produttività e non l’aumento della stessa utilizzando più risorse per i pazienti ed, infine, la ritrosia ad effettuare benchmarking e standardizzazione dei processi. Una bocciatura indiretta e clamorosa del sistema dei tagli lineari su base pluriennale dal governo Monti in poi, tagli ispirati dalla insensata interpretazione del concetto di “aggredibilità” della spesa sanitaria, che andavano a sedimentarsi pericolosamente sulle precedenti manovre di contenimento, prima fra tutte quella contenuta nella Legge Tremonti nel 2011, e che preparavano il terreno agli ulteriori interventi culminati nella manovra sugli Enti territoriali del luglio 2015. Una logorante teoria di riduzioni di finanziamento che avrebbero arrecato una erosione complessiva di risorse per la sanità valutata in più di 20 miliardi tra il 2012 ed il 2016.
In questi giorni, però, dobbiamo registrare una ulteriore autorevole bocciatura del sistema dei tagli lineari, che non proviene dal mondo accademico o da centri di ricerca, ma direttamente da un altro organismo dello Stato, proprio quello chiamato a vigilare sui conti pubblici, la Corte dei Conti. Alle “incisive economie” sulla spesa sanitaria rilevate nel quinquennio 2010-2014, nella Relazione annuale sulla gestione finanziaria, fa da contraltare un indebitamento netto delle Regioni che ha raggiunto nel 2014 i 63,4 miliardi, di cui il 45,7% rappresentato dal debito sanitario. La magistratura contabile, con una prospettiva evidentemente più lungimirante di altri settori della Pubblica amministrazione maggiormente propensi a fare cassa in un’ottica riduttiva di breve periodo, certifica il fallimento di queste politiche che, lungi dall’apportare benefici concreti in termini di contenimento della spesa, hanno generato un aggravamento dei conti delle Regioni ed una contestuale e tangibile riduzione della quantità e della qualità dei servizi. Una deriva potenzialmente in grado di determinare nel medio periodo una crescita incontrollata dei bisogni sanitari, mettendo così a rischio le già controverse previsioni sul finanziamento e sul livello di copertura del nostro welfare sanitario.
La governance virtuosa del sistema si realizza, a nostro avviso, anche attraverso una analisi seria ed un controllo reale delle componenti che generano l’inefficienza, il cui valore per il solo comparto ospedaliero pubblico viene calcolato tra i 5 e i 10 miliardi, ammontare ritenuto tra l’altro sottostimato da parte di alcune fonti. Dati che fanno riflettere, considerando che il comparto dell’ospedaliera accreditata, oggetto di gran parte dei tagli descritti e costantemente a rischio ridimensionamento a causa delle continue riduzioni dei budget, assicura secondo gli ultimi dati il 27% della produzione con il 14% della spesa di settore, una spesa che si attesta ormai poco al di sopra degli 8 miliardi, valore del tutto sovrapponibile ad una approssimazione realistica del range di sprechi rilevato.
Vogliamo credere che l’aver documentato nelle ultime edizioni del Rapporto Ospedali&Salute le inefficienze delle Regioni e degli ospedali pubblici, possa aver creato, almeno in alcuni ambienti istituzionali, il clima giusto per riconsiderare le nostre proposte di stabilizzazione del finanziamento, di reintroduzione di elementi di competizione e di parità tra operatori, di applicazione generalizzata della remunerazione a prestazione, di terzietà dei controlli, per realizzare quanto auspicato nell’incipit del 13° Rapporto annuale “Giro di boa: la fine di una fase di crisi e decadenza del Ssn”.

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