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AiopMagazine n° 4 - aprile 2016
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AiopMagazine n° 4 - aprile 2016

Preservare i principi in un welfare in cambiamento

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Editoriale - di Gabriele Pelissero

Avevano destato preoccupazione le dichiarazioni anche di autorevoli rappresentanti della maggioranza di governo sulla necessità di traghettare il SSN verso un universalismo selettivo, basato su un secondo pilastro che sostenesse finanziariamente il sistema in modo integrativo o sostitutivo rispetto a quanto offerto dalla sanità pubblica. Per questo si é rivelato molto interessante l'editoriale della Lorenzin pubblicato sulla news­letter del Ministero della Salute dello scorso 19 marzo. In questo editoriale vengono fatte tre affermazioni fondamentali: il dovere di mantenere il SSN come modello universale e universalistico; il dovere di eliminare gli sprechi e rendere efficace ed efficiente il sistema; il coraggio di fare azioni innovative, cioè entrando nel merito della produttività del sistema, anche a livello di singoli ospedali. Non possiamo che condividere questo programma. Non siamo mai stati affascinati dalla tentazione di privatizzazione del sistema, nel senso di riduzione della copertura universalistica della sanità pubblica. Non si tratta tanto di una impostazione politico-istituzionale, quanto della visione realistica del contesto sociale ed economico del Paese. Nei primi giorni di aprile, il Ministero dell'Economia ha diffuso i dati sulle dichiarazioni dei redditi dello scorso anno, dove risulta che solo il 5% degli italiani ha dichiarato un reddito al di sopra di 50.000 euro. É un dato che deve far riflettere. Soprattutto quanti pensano che la fuoriuscita dei percettori di redditi alti possa alleggerire il sistema consentendone la sostenibilità. La verità, come sosteneva la XII Commissione del Senato al termine dell’indagine sulla sostenibilità del SSN (giugno 2015), é che il sistema é sostenibile quanto noi vogliamo che lo sia. E cioè fino a quando il costo sociale a esso connesso non eccede il valore che esso produce. Era dunque ora che il Governo iniziasse a porre l'attenzione sul dovere della sostenibilità. In questo senso, le diseconomie costituiscono minacce reali alla sanità pubblica, universalistica e orientata ai bisogni del cittadino. E il definanziamento del sistema si rivela l’anticamera di una sanità sempre più privatistica e necessariamente iniqua. Come erogatori di prestazioni ospedaliere siamo certamente flessibili e capaci di sopravvivere in più di un modello di sistema sanitario. Eppure ci rendiamo conto che é in gioco un modello di welfare straordinariamente prezioso per l'Italia, il cui mantenimento costituisce una sfida di cui dobbiamo essere degni. In passato siamo stati tutti molto tolleranti con lo spreco pubblico, quasi a considerarlo un male necessario. Oggi ci rendiamo ancora più conto che l'efficienza del sistema costituisce le fondamenta della nostra casa comune futura. Farne a meno é una minaccia collettiva e individuale. In questo contesto, l'economicità, oltre che la qualità, del servizio reso dall'ospedalitá privata accreditata italiana costituisce più che una piccola risorsa.

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