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AiopMagazine n° 5 - maggio 2016
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AiopMagazine n° 5 - maggio 2016

La Sanità italiana, una storia infinita

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La Sanità italiana, una storia infinita

di Gabriele Pelissero

Il libro “Nella storia della Sanità italiana. Cinquant’anni di Aiop”, che presenteremo nell’Assemblea Generale di Praga, racconta la storia dell’AIOP, di una rete di aziende private e delle donne e degli uomini che le hanno costruite e guidate, che per decenni, ostinatamente e coraggiosamente, con successi e sconfitte, hanno  voluto investire e lavorare in un settore produttivo particolarissimo, quasi anomalo rispetto a tutti gli altri, rappresentato dalla sanità ospedaliera.

Un settore che nei 50 anni di questa storia è profondamente cambiato, sotto la spinta costante dello sviluppo impetuoso delle conoscenze mediche e delle tecnologie che le applicano, aprendo in tal modo straordinarie prospettive di cura ma anche crescendo continuamente in complessità e costi, in una corsa sempre più veloce per rispondere ad una domanda inestinguibile e basilare per ogni essere umano: più salute.
Ma operare nella sanità, in Italia e in Europa, significa prima di tutto confrontarsi e interagire con quello che è praticamente il più grande e complicato sistema di protezione sociale che l’umanità abbia costruito in tutta la sua storia, il welfare europeo, e per di più con la sua componente tecnologicamente più complessa rappresentata dalla sanità, che insieme all’istruzione e alla previdenza ne costituisce uno dei tre fondamentali pilastri.
Per questa ragione la storia dell’Aiop e delle aziende ospedaliere che in essa si raccolgono diventa parte di una storia più ampia, quella del welfare sanitario, e in Italia in particolare negli ultimi decenni parte della storia del Servizio Sanitario Nazionale. Nella quale l’Aiop entra, come il libro descrive bene, da una porta stretta e secondaria, che non pochi avrebbero voluto definitivamente chiusa, portando proposte e azioni che spesso la struttura principale del SSN disconosce o emargina, nei confronti delle quali è costante il tentativo di riduzione a mera integrazione per di più transitoria e costante, e che però per la loro intrinseca forza, per un innegabile principio di realtà continuamente riaffiorano, resistono, talvolta si impongono.
Perché la componente delle prestazioni prodotte ed erogate da operatori di diritto privato, faticosamente in crescita nei quasi 40 anni di vita del SSN, si distingue per il minor costo e per il maggiore gradimento da parte dei cittadini, esprimendo così due caratteristiche: efficienza e qualità percepita, che nel tempo diventano sempre più necessarie e sempre più preziose.
Ma il valore di Aiop e delle sue aziende ospedaliere, il valore di un erogatore indipendente di diritto privato all’interno di un grande sistema di welfare pubblico, non è solo rappresentato dalla maggior efficienza e qualità percepita. Esse infatti sono componenti fondamentali, cui però anche un buon sistema a gestione pubblica può aspirare, ed esempi magari incompleti o non pienamente soddisfacenti di questa possibilità sono infatti presenti nei migliori sistemi sanitari regionali.
Il vero contributo valoriale recato da AIOP e dai suoi associati è che con la loro presenza si rompe, o almeno si incrina, quello che altrimenti sarebbe un gigantesco monopolio pubblico, privo del più fondamentale fattore di promozione della qualità e tutela degli utenti rappresentato dalla competizione.
Che in sanità, e soprattutto all’interno di un sistema di welfare come quello presente nei paesi europei, la parola competizione assuma un significato particolare è fuor di dubbio. E non è casuale che per lo più si tenda ad accompagnare il sostantivo con l’aggettivo “virtuoso”, un po’ come all’economia di mercato, in Europa, spesso si aggiunge “sociale”.
Ma con tutte le cautele e le attenuazioni possibili, nessuno può negare che anche in sanità il pluralismo degli erogatori, che comporta sempre un qualche grado di competitività, sia l’unico concreto strumento per rendere reale l’obiettivo delle centralità del cittadino e il principio generale secondo cui le grandi organizzazioni pubbliche si giustificano solo per il servizio che rendono, o ancor meglio per i diritti individuali che riescono a soddisfare.
La difesa dei diritti dei cittadini, che i grandi costituzionalisti americani come Thomas Jefferson legavano  all’equilibrio fra poteri istituzionali contrapposti, nella modernità in cui viviamo richiede forme di equilibrio e contrapposizione in ogni aspetto della organizzazione economica e sociale, e non solo nella sfera istituzionale.
E in effetti solo un mondo fondato sulla competizione può assicurarci beni e servizi di migliore qualità e minor costo, esponendo ogni produttore al fondamentale giudizio dell’utilizzatore, che produce un sistema di premi e castighi ineludibile e regolatore, messo in atto liberamente dai cittadini.
Ma questo principio, che si è affermato nei fatti in moltissimi settori produttivi, trova opposizioni forti e accanite proprio nei sistemi di welfare europei, dove il monopolio pubblico è abbondantemente difeso da una lunga tradizione storica cui si appellano la burocrazia e le ideologie per mantenerne il controllo con le connesse rendite.
Di questa criticità, e di questo contributo, è imbevuta la storia del SSN, e in essa Aiop con il tempo è diventata sempre più soggetto attivo portatore di un interesse generale oltre che difensore di legittimi interessi di una parte.                

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