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AiopMagazine n° 3 - marzo 2014
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AiopMagazine n° 3 - marzo 2014

Così non va

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EDITORIALE - di Gabriele Pelissero

So bene che la mia lettera ai Soci Aiop dello scorso 19 febbraio, riguardante il testo sugli standard della rete ospedaliera contenuto nel Patto per la salute, é stata accolta come un fulmine a ciel sereno. Ma la Sede nazionale deve essere una casa trasparente per tutti, e le informazioni, anche quelle meno piacevoli, devono arrivare a tutti gli associati, senza fermarsi a livello regionale, chiamando tutti alla mobilitazione.
Il testo su cui si sta lavorando al Ministero della Salute, di concerto con quello dell'Economia, attesterebbe l'accreditabilitá e la sottoscrivibilitá di accordi con strutture sanitarie aventi una soglia minima di 60 posti letto per acuti. Sarebbe un provvedimento che stiamo contrastando ormai da due anni, che attraversa i diversi governi e che abbiamo sempre bollato come iniquo e miope. É iniquo perché un sistema definito dalla riforma sanitaria del 1992 come paritario sarebbe penalizzante esclusivamente per la parte privata, una realtà imprenditoriale di più di 130 strutture ospedaliere che, indipendentemente dalla loro capacità produttiva, verrebbero colpite solo perché private, senza guardare il costo, la qualità offerta e i requisiti garantiti.
Ma il provvedimento sarebbe anche miope, perché anziché colpire le inefficienze del Servizio sanitario nazionale - che non riguardano un privato remunerato solo per le prestazioni rese - si accanirebbe sui soggetti che per gli stessi interventi costano sistematicamente e significativamente meno di quelli prodotti in un ospedale pubblico.
Infine, un provvedimento così concepito sarebbe solo distruttivo, perché quelle che oggi sono più di 130 strutture produttive sane del Paese sarebbero trasformate in un deserto: circa 12.000 lavoratori espulsi, professionalità medico-infermieristiche, tecniche e della riabilitazione senza possibilità di occupazione, 240.000 prestazioni ospedaliere in fumo, allungamento delle liste d'attesa e crescita esponenziale della spesa sanitaria privata. Noi non siamo pregiudizialmente chiusi a politiche di crescita della qualità e dell’efficienza dell’intero SSN, ma non è certo con un taglio irrazionale e indiscriminato che sarà possibile conseguirle.

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