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AiopMagazine n° 2 - 2019
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AiopMagazine n° 2 - 2019

Affrontare i problemi del presente per migliorare il futuro della Sanità Integrativa

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Affrontare i problemi del presente per migliorare il futuro della Sanità Integrativa

di BARBARA CITTADINI

Il tema della Sanità Integrativa, in merito alla quale, sia le Istituzioni che coloro che operano nel Sistema sanitario italiano hanno avviato una fase di analisi, di riflessione e di dibattito ha, ormai, assunto un’importanza non trascurabile nella situazione generale del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Motivazione che mi induce ad attribuire al confronto, alle valutazioni ed ai ragionamenti sviluppati a Genova un grande rilievo nell’attività di Aiop e, più in generale, del dibattito in corso nel Paese sul futuro del SSN.
Parlare oggi di Sanità Integrativa, non significa dibattere su prestazioni che riguardano pochi privilegiati, come fino a qualche anno fa poteva, anche, ritenersi. Significa, invece, confrontarsi su una realtà che è diventata alla portata di fasce molto ampie della popolazione, sostanzialmente, in due modi: la crescita del ruolo delle polizze sanitarie stipulate dai singoli e, soprattutto, il nuovo ruolo assunto dagli strumenti di welfare nella contrattazione collettiva nazionale, nel cui ambito la Sanità integrativa trova spazio e potenzialità di crescita. Per comprendere meglio il possibile ruolo della Sanità Integrativa nell’ambito del SSN, dobbiamo assumere piena consapevolezza che stiamo vivendo una crisi del Sistema stesso, che non riesce più a garantire un’offerta di prestazioni e servizi coerenti con la domanda della popolazione.
Si tratta di una situazione generata dal fatto che, negli ultimi anni, i governi, che si sono succeduti, hanno proceduto ad un disinvestimento costante e ingravescente sul SSN.
Oggi questa crisi deve essere affrontata con determinazione e collaborazione da parte di tutti e con la consapevolezza che, in una realtà nella quale si spendono 115 miliardi di spesa pubblica e 40 miliardi di spesa privata, se si vuole invertire il trend della spesa out of pocket bisogna investire almeno un punto di Pil.
In sintesi, occorrono maggiori investimenti e, quindi, maggiori risorse.
Da questo punto di vista, dobbiamo rilevare che la Manovra finanziaria 2019, nonostante contempli la possibilità di derogare al dl 95, opportunità per la quale abbiamo tanto lavorato, non risponde all’esigenza di fondo della sanità in Italia: fare maggiori investimenti.
Ma perché occorre e serve investire di più?
Semplicemente perché è necessario preservare nel nostro Paese quel Sistema sanitario universalistico che è fattore di distinzione e di eccellenza per l’Italia. Una peculiarità alla quale, a mio avviso, non possiamo rinunciare.
Quanto grave sia la situazione, lo si deduce da pochi numeri. Oggi in Italia la rinuncia a visite o accertamenti specialistici per problemi economici riguarda oltre 4 milioni di persone; mentre circa 2 milioni sono quelli che non si fanno curare per le liste d’attesa troppo lunghe (il 3,3% dell'intera popolazione). Inoltre, tra quanti dichiarano che le risorse economiche della famiglia sono scarse o insufficienti, l'incidenza della rinuncia alle prestazioni specialistiche è, complessivamente, pari al 5,2%, a fronte dell'1,9% tra le famiglie che dichiarano di avere risorse ottime o adeguate. Sono gli effetti devastanti del processo di definanziamento della sanità, effetti che si traducono in una riduzione drammatica dei diritti dei cittadini.
Siamo, ormai, ad una spesa sanitaria alla soglia del 6,5% sul Pil: il limite oltre il quale sarà sempre più complicato mantenere il carattere universalistico del SSN e la sua capacità di riuscire a garantire prestazioni adeguate e coerenti con il progresso scientifico e con le esigenze della popolazione.
Eppure, sarebbe possibile assicurare l’accesso delle cure a tutti, garantire la qualità del servizio. Si tratta di sfide che potranno essere affrontate dal SSN solo a condizione che pubblico e privato condividano un percorso di innovazione congiunto, che si ponga come obiettivo la sostenibilità del sistema nel medio-lungo periodo.
É in questo ambito che la Sanità Integrativa può diventare un importante valore aggiunto, trovare valorizzazione e applicazione. Ed è da questa constatazione che emerge tutto il significato dell’incontro di Genova.
Se si immagina la Sanità Integrativa come una delle declinazioni del welfare, contenuto nei contratti collettivi nazionali di lavoro, è possibile pensare ad una sua applicazione su vasta scala.
Incontrovertibilmente, occorrono attenzione e cautela, ma se si arriverà ad estendere le possibilità di fruizione della Sanità Integrativa ad una platea vasta di popolazione – attraverso il welfare dei Ccnl -, la strada verso un riequilibrio del SSN potrebbe essere, davvero, intrapresa e percorsa con determinazione.
La presenza in Italia di una grande rete di aziende ospedaliere di diritto privato è una opportunità rilevante per il SSN. E lo è, anche, per la Sanità Integrativa. Le nostre strutture sanitarie si avvalgono della professionalità di 12mila medici, 26mila infermieri e tecnici e di oltre 32mila operatori sociosanitari, impegnando meno del 7% delle risorse che il SSN assegna all’attività ospedaliera e con indicatori di performance sovrapponibili a quelli delle strutture pubbliche. Possiamo, quindi, con la nostra capacità adattiva e la nostra flessibilità, non solo contribuire affinché il SSN torni ad essere, davvero, universalistico ma, anche, fornire professionalità, competenze, strutture per lo sviluppo della Sanità Integrativa nell’ambito del SSN. Questo perché le imprese ospedaliere di diritto privato accreditate sono consapevoli della responsabilità che hanno nel loro ruolo di componente del servizio sanitario e del suo significato.
Questa consapevolezza vale, anche - desidero evidenziarlo -, per la Sanità Integrativa, un tema sul quale la Commissione Aiop Sanità Integrativa, costituita appositamente, ha lavorato molto con la finalità di arrivare a delineare un modello virtuoso in questo settore, che renda corretta e trasparente la dinamica dei rapporti dei soggetti privati coinvolti. In questo senso, è fondamentale che gli attori principali lavorino per rendere i processi della Sanità Integrativa fluidi, trasparenti ed efficienti. Obiettivo che si può realizzare con la standardizzazione di molti di questi processi, utilizzando piattaforme digitali adeguate, nomenclatori comuni, affinché la legittima differenziazione delle offerte assicurative non diventi una babele di linguaggi, che appesantisce i processi, rendendoli inefficienti e onerosi.
In questo ambito, il tema che Aiop ha voluto sottoporre all’attenzione nel workshop di Genova, è quello dell’esigenza di pensare a introdurre criteri e principi per governare la spesa privata, sostenuta direttamente dalle famiglie o intermediata dai fondi, basati sulla correttezza e sulla efficienza nei rapporti tra i soggetti del sistema, ovvero: fondi, casse, SMS, assicurazioni, erogatori pubblici e privati.
Riteniamo di avere il dovere di dare il nostro contributo per immaginare una riforma strutturale del SSN, nella quale la Sanità Integrativa può costituire un valido pilastro. L’incontro di Genova è un esempio del nostro impegno.                

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