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domenica 13 ottobre 2024

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Studi e ricerche giuridiche, economiche e sociologiche riguardanti il settore dell'ospedalità privata. In alcuni casi i documenti completi richiedono la login al sito.

Ospedali e Sviluppo economico
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Ospedali e Sviluppo economico

La sanità come motore dello sviluppo in una società solidale

collana AIOP
Edizioni FRANCOANGELI
 

informazioni e richiesta del volume

 Negli anni più recenti si è assistito ad una serie di cambiamenti nei sistemi sanitari, in tutti i Paesi sviluppati, con l´intento di razionalizzare l´uso delle risorse e di garantire una migliore organizzazione e gestione dei servizi sanitari. Oggi stiamo assistendo ad una nuova evoluzione iniziata negli Stati Uniti e in fase di diffusione in Europa. Questa nuova fase vede la sanità assumere il ruolo di motore di sviluppo. La sanità è stata vista in passato esclusivamente come un servizio solidaristico offerto ai cittadini; il problema era contenere la spesa sanitaria per evitare che essa drenasse troppe risorse a scapito degli investimenti e di altri consumi prioritari. Oggi la sanità può essere concepita come motore di sviluppo, capace di alimentare la ricerca e l´occupazione qualificata, produrre servizi esportabili a livello internazionale e promuovere lo sviluppo di intere aree, sempre mantenendo il valore di servizio solidaristico. Concepire la sanità come motore di sviluppo impone una rivoluzione culturale: la spesa sanitaria in questa prospettiva non comprime gli investimenti e i consumi ma essa stessa si configura come un investimento produttivo e una qualificazione dei consumi. Questa nuova visione della sanità implica una modificazione della organizzazione sanitaria, che concili valori etici e obiettivi economici. In questo quadro hanno importanza centrale i nuovi distretti scientifico-sanitari sorti negli Stati Uniti e in Europa. Si tratta di grandi concentrazioni di centri di ricerca e ospedali, pubblici e privati, in grado di alimentare lo sviluppo della nuova sanità moderna. Esempi in tal senso sono San Francisco, San Diego, Boston, Cambridge, Berlino, la Medicon Valley, Monaco di Baviera e altri ancora. La Lombardia, grazie ai progressi realizzati in questi anni in campo sanitario, può candidarsi per costituire il distretto italiano di avanguardia, seguendo il modello degli altri Paesi sviluppati. La nascita di un mercato europeo della sanità sempre più integrato impone di accelerare il processo di modernizzazione del sistema sanitario italiano, valorizzando le capacità pubbliche e private di cui il Paese dispone.

Dario Velo e Francesco Velo

 

Il Sistema sanitario della Lombardia non è una variante regionale del Servizio sanitario nazionale (Ssn) italiano, ma rappresenta un modello organizzativo originale, costruito in modo da affrontare e risolvere alcune gravi criticità presenti nella sanità delle altre Regioni, conseguenza dei difetti di impostazione del Ssn. Gli aspetti più significativi del modello lombardo sono la netta separazione fra i ruoli di: a) regolatore e finanziatore (Regioni) b) erogatore (Aziende ospedaliere pubbliche e private) c) controllore (Asl), nonché il ruolo degli erogatori di diritto privato, che sono stati sollecitati ad un rilevantissimo investimento di capitali e alla attivazione di una organizzazione ospedaliera di eccellenza. Queste decisioni di politica sanitaria, formalizzate nella Legge Regionale 31/97, sono all´origine dello sviluppo di una rete ospedaliera di altissima qualità, nella quale la componente di Istituti ospedalieri di diritto privato si colloca al massimo livello nazionale per complessità della casistica, e nella quale la componente di Istituti ospedalieri di diritto pubblico è sottoposta allo stimolo positivo del confronto quotidiano, dal quale ha tratto impulso per una ulteriore qualificazione. Al rilevante vantaggio economico che questo modello ha generato, si aggiunge la forte attrattività nei confronti di pazienti provenienti da altre Regioni e, in prospettiva a medio termine, la buona potenzialità competitiva con le migliori reti ospedaliere degli altri Paesi dell´Unione Europea.

Gabriele Pelissero

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