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Le prospettive del Servizio sanitario nazionale nelle previsioni della Nota di Aggiornamento al DEF 2022
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Le prospettive del Servizio sanitario nazionale nelle previsioni della Nota di Aggiornamento al DEF 2022

Risorse per la sanità in calo di 4,6 miliardi ed un rapporto della spesa sul PIL che si attesterà al 6.1%, a fronte del 6.2 % indicato nel DEF di aprile 2022

Angelo Cassoni, Responsabile Ufficio Studi Aiop

In attesa di conoscere le linee programmatiche del nuovo Esecutivo in materia di sanità, Mario Draghi ed il Ministro Franco firmano la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2022 presentato lo scorso aprile. In termini di spesa corrente, l’incremento di 736 milioni previsto per il triennio 2023-2025 rispetto al precedente DEF verrà in gran parte eroso dagli effetti del caro energia e dell’inflazione crescente, mentre in rapporto al PIL si osserva una ulteriore, preoccupante riduzione nel dato di fine periodo che passa al 6,1%.

Risorse per la sanità in calo di 4,6 miliardi ed un rapporto della spesa sul PIL che si attesterà al 6.1%, a fronte del 6.2 % indicato nel DEF di aprile 2022. Questi sono i valori finali previsti per il 2025 dalla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza; una prospettiva decisamente preoccupante nel contesto di un peggioramento complessivo dell’economia legato alla crisi Russia-Ucraina ed in vista della copertura dei notevoli costi di gestione che genererà un PNRR finanziato quasi esclusivamente con il criterio della spesa in conto capitale.

 

(Grafico elaborato dall'Ufficio Studi Aiop Nazionale)
 

Spesa sanitaria in decisa flessione, dunque, con una riduzione di 2.3 miliardi (-2,3%) a partire dal 2023, di ulteriori 3 miliardi nel 2024, e con una lieve risalita di 720 milioni nel 2025.

A fronte di questo andamento comunque preoccupante, visto anche il peggioramento dei dati sui ritardi nello smaltimento delle liste di attesa e di quelli sulle rinunce alle cure, si assiste contestualmente ad un crollo clamoroso dell’indicatore della spesa sanitaria sul PIL che passa dal 7,4% da media OCSE del 2020, ad un 6,1% che fa pensare inevitabilmente ad un disimpegno progressivo da quella impostazione di universalità, uguaglianza ed equità che il legislatore ha immaginato per il nostro Servizio sanitario nazionale.

Il rapporto della spesa sanitaria sul PIL è certamente un indicatore economico, ma è soprattutto un indicatore di progettualità e visione politica: quanta parte della ricchezza che il nostro sistema riesce a creare siamo disposti a mettere da parte ed investire per la tutela di un bene così prezioso come la salute?

Sempre meno!

Tutto ciò si configura come un controllo della spesa pubblica tout court, con prevedibile degenerazione in termini di ricadute sull’equità (anche territoriale) nella distribuzione dei servizi e su sicurezza e qualità delle cure.

Confidando in una inversione di tendenza promossa dal nuovo Parlamento e del nuovo esecutivo.  

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