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Reti oncologiche: AGENAS presenta dati Rapporto 2024
Martedì 27 maggio, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali ha presentato i dati della sesta indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti Oncologiche Regionali, condotta nel 2024 analizzando i dati del monitoraggio dell’anno 2023.
Martedì 27 maggio, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali ha presentato i dati della sesta indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti Oncologiche Regionali, condotta nel 2024 analizzando i dati del monitoraggio dell’anno 2023.
In particolare, la rilevazione rientra tra le attività dell’Osservatorio per il monitoraggio delle Reti Oncologiche Regionali (R.O.R.) istituito presso l'AGENAS secondo quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 17 aprile 2019 sul documento recante “Revisione delle Linee di indirizzo organizzative e delle raccomandazioni per la Rete Oncologica, che integra l'attività ospedaliera per acuti e post acuti con l'attività territoriale”. Nello specifico, la Rete Oncologica Regionale è il modello organizzativo funzionale che garantisce l’ottimizzazione della presa in carico in termini di percorso, processo ed esito per ciascuna patologia oncologica, si avvale di strumenti tecnico-organizzativi a garanzia di un efficace percorso condiviso, attraverso l’attività in coordinamento funzionale e vede impegnati le Regioni e i professionisti.
Il Rapporto presentato conferma una rete oncologica ancora divisa, con forti disuguaglianze territoriali:
- la Toscana è stata una delle prime Regioni ad avere sviluppato un modello “a rete” per l’organizzazione dei servizi oncologici regionali; l'Emilia-Romagna mostra un livello di performance molto elevato; il Veneto risulta come una delle Regioni con le migliori performance, cure tempestive, presa in carico efficace e adesione elevata agli screening;
- migliorano Campania, Abruzzo, Puglia e Friuli Venezia Giulia, grazie a processi di riorganizzazione in corso, sebbene sia necessario consolidare ulteriormente questi progressi;
- ancora in difficoltà risultano Calabria, Molise, Basilicata, Marche e Sardegna, penalizzate da reti frammentate, lunghi tempi d’attesa e un’alta mobilità sanitaria in uscita.
Inoltre, per quanto concerne gli screening, dal Rapporto emerge quanto segue:
- screening alla mammella: l’estensione è stata del 95%, l’adesione è stata del 49%;
- screening al colon-retto: l’estensione è stata del 96%, l’adesione è stata del 32%.
- screening cervice-uterina: l’estensione è stata del 101% (legata probabilmente all’inclusione di una fascia di età allargata), l’adesione è stata del 41%.
QUI il Report sintetico dell'indagine.
QUI il Report esteso dell'indagine.