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Liste d’attesa, Pelissero (AIOP): “Serve un utilizzo più incisivo del privato accreditato. Interventi apprezzabili, ma non ancora sufficienti”
Cosi il prof. Gabriele Pelissero, Presidente Nazionale di AIOP, nell'audizione tenutasi martedì 27 maggio u.s., presso la Commissione Affari Sociali della Camera, nell'ambito dell'esame del Ddl Prestazioni sanitarie ("Misure di garanzia per l'erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria" A.C. 2365).
“Il disegno di legge attualmente all’esame della Commissione rappresenta un importante passo in avanti nel contrasto al fenomeno delle liste d’attesa e nel rispetto dei tempi massimi per l’accesso alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ma non basta. Servono misure più incisive e strutturali”. Lo ha dichiarato il prof. Gabriele Pelissero, Presidente Nazionale di AIOP, nell'audizione tenutasi martedì 27 maggio u.s., presso la Commissione Affari Sociali della Camera, nell'ambito dell'esame del Ddl Prestazioni sanitarie ("Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria" A.C. 2365).
“AIOP, con le sue 550 istituzioni associate, è l’Associazione maggiormente rappresentativa delle strutture di diritto privato del SSN – ha spiegato Pelissero –. La nostra rete è parte integrante e insostituibile del Servizio Sanitario Nazionale, con oltre 2 milioni di ricoveri annui, pari al 28,1% del totale, e più di 291 milioni di prestazioni ambulatoriali, il 36,2% del complesso nazionale”.
Il Presidente ha poi sottolineato la centralità del privato accreditato nel sistema italiano di welfare, sebbene il suo potenziale rimanga ancora fortemente sottoutilizzato: “Le nostre strutture garantiscono volumi importanti, ma potrebbero fare molto di più. Il loro contributo è oggi limitato da vincoli normativi che non tengono conto dell’evoluzione della domanda di salute”.
In particolare, Pelissero ha fatto riferimento al limite di spesa introdotto dall’articolo 15, comma 14, del decreto-legge 95/2012 (cosiddetta Spending Review), che impone alle Regioni un tetto massimo per l’acquisto di prestazioni da soggetti privati accreditati. “Questo vincolo, in vigore da oltre dieci anni, è stato solo parzialmente attenuato con la Legge di Bilancio 2024, che ha previsto un incremento graduale del tetto di spesa dell’1% nel 2024, del 3% nel 2025 e del 4% a decorrere dal 2026. È un primo segnale positivo, al quale sono seguiti piccoli ulteriori aumenti con la Legge 207/2024”, ha osservato.
Il disegno di legge oggi in discussione prevede un ulteriore innalzamento del tetto di spesa dello 0,5% nel 2025 e dell’1% dal 2026, destinato prioritariamente alle prestazioni di ricovero e ambulatoriali erogate dalle strutture sanitarie private accreditate dotate di pronto soccorso e inserite nella rete dell’emergenza-urgenza. “Accogliamo con favore queste misure – ha dichiarato Pelissero – ma riteniamo che siano ancora insufficienti per risolvere in maniera strutturale il problema delle liste d’attesa”.
AIOP condivide la proposta della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome finalizzata a consentire alle amministrazioni regionali di acquistare un numero maggiore di prestazioni dai privati accreditati, utilizzando fino allo 0,5% del livello annuale del finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario nazionale, in deroga alla norma del 2012. “Si tratta di una misura opportuna e di buon senso – ha aggiunto Pelissero – ma è fondamentale che vi sia un forte impulso da parte delle autorità centrali affinché le Regioni utilizzino concretamente le risorse stanziate, trasformandole in prestazioni per i cittadini”.
Infine, il Presidente AIOP ha sollevato una questione particolarmente rilevante: “Le prestazioni di emergenza-urgenza erogate dalle strutture private accreditate dotate di pronto soccorso, parte integrante del 118, rientrano oggi nel tetto di spesa. Ma si tratta di prestazioni salva-vita, obbligatorie per legge. Pertanto chiediamo che vengano escluse dal computo del limite di spesa, così da non comprimere ulteriormente l’erogazione delle altre prestazioni. Riteniamo si tratti di una misura giusta, che non compromette l’equilibrio finanziario regionale, ma anzi punta a rendere sempre più fruibile un servizio essenziale come quello effettuato dalla rete di emergenza-urgenza”.