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Prevenzione sanitaria: le abitudini dei medici e dei pazienti
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Prevenzione sanitaria: le abitudini dei medici e dei pazienti

I risultati della doppia indagine di MioDottore.

All’inizio di quest’anno MioDottore ha svolto due indagini con lo scopo di avere un'analisi dettagliata delle percezioni, delle attitudini e dei comportamenti dei medici e pazienti legati alla prevenzione. Realizzate entrambe in collaborazione con la società di ricerca Datanalysis, lo studio ha coinvolto 800 pazienti e 192 specialisti equamente distribuiti sul territorio italiano ed appartenenti a discipline diverse.

I dati raccolti mettono in luce le pratiche attuali di prevenzione, al fine di stimolare una riflessione critica verso un impegno più incisivo e consapevole nella promozione della salute. Dalla fotografia proposta, emerge che:

  • l’84% del campione dichiara di non fare prevenzione o di sottoporsi a controlli in modo occasionale (ogni 2 o 3 anni);
  • la fascia di popolazione tra i 20 e i 30 anni dichiara di occuparsi raramente o mai di fare prevenzione; tra gli over 70, solo poco più del 30% partecipa a programmi preventivi con la corretta frequenza, cioè almeno una volta all’anno;
  • il 56% degli intervistati dichiara di affrontare solo qualche volta il tema con il proprio medico – nel Sud del Paese la tendenza diminuisce, con un dato che non supera il 24%, mentre l’universo femminile generale è più propenso, con un valore che sale al 29%;
  • il 58% dichiara di comprendere solo a volte le raccomandazioni del Medico di base sui temi legati alla prevenzione, mentre il 20% dichiara di comprenderle raramente o mai. Attitudine che cambia se si tratta invece di medici specialisti. In questo caso, il 35% dei partecipanti dichiara di ricevere informazioni chiare e le donne mostrano di avere un maggior grado di intendimento;
  • oltre la metà dei pazienti, vorrebbe avere la possibilità di poter passare più tempo con il dottore durante le visite, così come di poter usufruire di servizi digitali che rammentino loro di partecipare ai programmi di prevenzione. Sul punto si rileva che solo il 34% dei medici applica la regola di una comunicazione periodica effettuata attraverso questi strumenti (ogni 6 mesi o almeno 1 volta all’anno) per la gestione di avvisi o promemoria dedicati ai programmi preventivi, mentre il 70% dei medici del Sud e delle Isole lo fa solo quando si ricorda;
  • ginecologi, dermatologi e dentisti sono più inclini ad utilizzare la tecnologia, come le piattaforme digitali o i social media, per dialogare con i pazienti;
  • per il 71% dei medici il coinvolgimento dei pazienti attraverso l’uso di strumenti digitali potrebbe essere la chiave per una maggiore aderenza ad attività di prevenzione;
  • il 25% dei medici sostiene che i pazienti non seguano programmi di prevenzione per mancanza di interesse o di tempo;
  • medici e pazienti concordano che le scarse risorse economiche rappresentano uno dei maggiori impedimenti nel seguire le raccomandazioni sulla prevenzione.

E’ possibile consultare i dati completi dell’analisi, sia dal punto di vista dei medici che dal punto di vista dei pazienti.

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