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APPROFONDIMENTO - Pregiudizio pubblico
Efficientamento del Sistema sanitario
di Francesco Berti Riboli*
II cosiddetto "decreta enti locali", oggetto di particolare attenzione da parte del Governo e delle forze politiche, prevede un pacchetto di misure indirizzate a ridurre spesa pubblica e sprechi: i tagli preventivati riguardano in particolare la sanità, che rappresenta una delle principali voci di costo del bilancio dello Stato.
Le Regioni si troveranno dunque a disporre di risorse finanziarie sempre più scarse, a fronte di un crescente aumento della domanda, dovuto anche al costante aumento dell'età media della popolazione italiana, fenomeno ancor più accentuate in Liguria.
In questo quadro, la Regione Liguria - e quindi il Servizio sanitaria regionale - dovrà rispondere alle esigenze manifestate dal territorio cercando di riorganizzarsi al proprio interno e cogliendo le opportunità che possono scaturire da una proficua interazione con le strutture private presenti. Sostenibilità, efficacia ed efficienza del Servizio sanitario regionale sono i punti fermi di un sistema che deve garantire la libertà di scelta del Paziente attraverso la separazione di domanda (ASL) e offerta (enti/aziende pubblici o privati) per migliorare un sistema che punti sulla qualità delle prestazioni e tenga contestualmente sotto controllo il valore in termini di costo. II SSR deve essere gestito e regolato da un'amministrazione pubblica in grado di adempiere alle funzioni che le vengono riconosciute dalla Costituzione: la Regione - attraverso una forte interazione e condivisione di obiettivi tra Presidente, Assessore alla salute e Direttore generale dell'Assessorato, con il contributo del Presidente della III Commissione e il supporto tecnico del Direttore generale dell'Agenzia Regionale della Sanità - deve cioè essere in grado di impartire indirizzi precisi e vincolanti (e, se possibile, non oggetto di differenti interpretazioni e di scelte tese a "garantire" gli interessi di gruppi di potere) a tutte le strutture sanitarie presenti sui territorio.
Nell'ottica di un efficientamento del sistema sanitaria occorre valutare anche i possibili benefici derivanti se non dalla presenza di un'unica ASL a livello regionale (la cui creazione potrebbe comportare un impegno amministrativo oggi non certo prioritario) da una centrale unica di acquisto, realmente operativa, non solo di beni (farmaci, materiale sanitario, apparecchiature), ma anche di servizi e di prestazioni. E comunque finalmente necessaria a superare l'obsoleto conflitto ideologico tra pubblico e privato in sanità. Anche nel periodo 2000/2005, in Liguria, alle strutture private - seppure regolarmente autorizzate e accreditate - è sempre stato riservato pochissimo spazio rispetto alle potenzialità e alle professionalità esistenti. I privati, forse anche per loro responsabilità, sono stati finora penalizzati da una politica priva di progettualità a lungo termine. Questa situazione è alla base della costante fuga di Professionisti verso strutture (private) di regioni limitrofe, con il conseguente accentuarsi del fenomeno del "turismo sanitaria" dei Pazienti verso quelle regioni. Solo negli ultimi anni - direi con scarsa convinzione - la Regione ha invece iniziato a valutare realisticamente le opportunità che potevano scaturire da una collaborazione con il privata; ne è la prova l'iniziativa di Gruppo Sanitaria Ligure (GSL) di Albenga che gestisce il reparto di ortopedia all'interno dell'Ospedale di Santa Maria di Misericordia in integrazione funzionale con I'Ospedale di Albenga (Asl 2 "Savonese"). Un giusto rapporto di equilibrio tra pubblico e privato - a oggi totalmente assente - garantirebbe migliori servizi resi al cittadino. L'efficientamento e una nuova organizzazione del Servizio sanitario potrebbero traguardare l'obiettivo virtuoso di un funzionamento a ciclo continuativo delle strutture pubbliche ma anche considerare la possibilità di avvalersi di soggetti privati per prestazioni sanitarie ad alta intensità di cura (e quindi ad alto valore economico). Abbiamo le possibilità di mantenere questa "patrimonio", ovvero questi servizi, in Liguria: dobbiamo cioè realizzare un recupero senza accontentarci di un concambio tra regioni limitrofe per prestazioni (es. la riabilitazione) che vanno mantenute e se possibile incrementate anche attraendo da fuori regione, avendo però ben presente la loro minore complessità (e quindi l'inferiore importanza economica). Eventuali accordi con regioni limitrofe o comunque vicine non possono limitarsi a prevedere una semplice ripartizione di prestazioni (dei Professionisti che le erogano) e, di conseguenza, di gestione dei Pazienti; fino a quando non saremo parte di una macroregione (e questa, eventualmente, imporra logiche diverse) oggi sui fenomeni di mobilita attiva e passiva si giocano interessi importanti con determinanti ricadute sui contesti socio economici territoriali (occupazione, fiscalità ecc.). Se vogliamo condividere le progettualità, facciamolo relativamente a mobilita e infrastrutture: di questa la nostra regione ha sicuramente maggiore bisogno.
II privata e disponibile - come ha dimostrato ogni volta in cui e stato interpellato- a rispondere a ogni sfida che proponga un'ottimizzazione delle risorse organizzative e strumentali a favore dei cittadini: dall'erogazione di servizi tradizionalmente definiti in "convenzione", a iniziative di project financing in caso di nuovi investimenti per strutture e tecnologia, all'allestimento di attività mirate (a gestione privata) in reparti ospedalieri, fino alla possibilità di progetti di ripartizione per fasce orarie dell'utilizzo e della gestione pubblico-privato di strumenti diagnostici (es. il soggetto pubblico utilizza le attrezzature nelle fasce mattinali, il privata nelle ore pomeridiane e notturne). Tutto questo, ovviamente, in uno scenario un po' diverso rispetto a quello in cui siamo stati abituati a muoverci da quando sono nate le Regioni. Qualora le Regioni continuassero a essere afflitte da problemi economico-finanziari e organizzativi, frutto di una lotta tra Servizi sanitari regionali, forse varrebbe la pena di ipotizzare un ragionamento che riporti la "sanità" a una gestione a livello centrale..
*Coordinatore della Commissione Strutture non accreditate